Il tempo di Gea non ha inizio né fine, è eterno. Segue il ritmo naturale, fatto dell’alternanza degli opposti buio-luce, estate-inverno, sole-luna, maschile-femminile, morte-rinascita. Secondo alcuni studiosi, sarebbe stata proprio Gea, la divinità della terra, a parlare per bocca dell’Oracolo di Delfi, ripetendo un ciclo certo nel futuro, osservabile, e, per questo, rassicurante.
È il mistero della continua nascita e rinascita a suscitare, nell’uomo, fin dai tempi più remoti, l’inconsapevole senso del sacro, prima di ogni religione, prima di ogni struttura socio-politica. Allora tutto il potere generativo si attribuiva a una Grande Madre, la cui rappresentazione è attestata presso le tribù matriarcali dei cacciatori del Paleolitico fin dal 30.000 a.C.; il concetto di femminino sacro, nonostante le molteplici varianti cultuali e culturali, è stato trasmesso al Pantheon greco-romano, alle grandi religioni monoteiste, e all’Induismo.
In questo affascinante sincretismo si muove il lavoro di David Aaron Angeli, artista capace di tracciare percorsi narrativi a patire da suggestioni mitologiche e fortemente simboliche.
Esprimendosi attraverso la scultura in cera, modellata minuziosamente, e il disegno su carta, l’artista rielabora una tradizione senza tempo il cui cardine è la figura femminile.
Alcune delle donne di David Aaron Angeli hanno l’attributo ambivalente del serpente. La divinità sotterranea egiziana si identifica con questo animale, che in alcune delle opere in mostra si avvolge, mansueto, attorno alla donna, cingendola protettivo. In altre, invece, è la figura femminile a tenerlo delicatamente in mano, come a compiere un rito d’offerta, iconograficamente ispirato alla dea terra minoica. Non c’è peccato a legare le due creature, solo un’antica intesa che testimonia la comune provenienza dalla terra. Molte dee dalla terra uscivano, fiorendo come gemme a loro volta portatrici di vita: donne comuni, con i loro corpi unici a identificarsi nell’unicità di ogni pianta.
Sono rappresentate da un work-in-progress che David Aaron Angeli ha chiamato “Donna-flora”, una fusione tra umano e naturale. La forma femminile all’interno del fiore che la contiene dà origine a un processo di “Germinazione”, che la rende seme per una nuova vita.
Si chiude e si riapre così l’anello generativo indagato dall’artista, in una narrazione senza tempo che rende omaggio alla donna, alla terra e ai suoi frutti.
Camilla Nacci