Indaga sul tempo dell’uomo e il tempo della natura il progetto che Denis Riva ha pensato per il Forte Larino, articolato attraverso opere realizzate appositamente ed altre recenti, che vanno dal piccolo al grande formato, e che si avvalgono di diversi mezzi espressivi, dal disegno all’installazione, al video.
L’anno scorso uno studio scientifico pubblicato sulla rivista “Science” ha dimostrato per la prima volta che la nostra percezione del tempo è diversa da quella degli animali, secondo un esperimento condotto da Joe Paton sui topi da laboratorio, identificando i circuiti neurali che modulano questa sensazione. Denis Riva sulla dimensione temporale innescata dal contatto con la natura lavora da molto e al forte porta alcuni dei suoi ultimi "Pastori su lana". È una riflessione su una tradizione antichissima di tutta l’Eurasia della pastorizia e, in particolare, su quella delle pecore, che si muove su traiettorie spazio temporali totalmente a parte rispetto al consueto scorrere della quotidianità divenendo metafora per antonomasia dell’attesa.
Questo stato di osservazione del mondo naturale è alla base anche di una serie di disegni su carta dedicati a paesaggi lacustri e, quindi, a un’acqua che ha rallentato il proprio scorrere. Di immobilità, questa volta inerte, è permeata la catasta di teste di animali selvatici che Riva mette in atto evocando un’altra pratica atavica dell’attesa nella natura, quella della caccia, e può essere associata anche a un’altra opera: il video “L’è”, nel quale si distingue, all’interno della successione di disegni, un agglomerate di teste di cani, o di lupi. Questo pensiero richiama a sua volta alla memoria altri conflitti d’alta quota, visto che proprio sulle alte montagne dolomitiche che sovrastano il Forte Larino si è consumata la cosiddetta Guerra Bianca, una guerra statica segnata da difficoltà climatiche e ambientali.
Anche nell’opera video “Carpusosco”, realizzato ben prima di essere destinato alla visione all’interno di un forte, sembra ora di scorgere uomini soldato, invece di semplici uomini. Nella successione sui toni del grigio scorgiamo scene di violenza, un uomo che schiaccia il cranio di un altro con il piede, arti mozzati, gocce come schizzi di sangue, una moltitudine china, un’altra sovrastata da un uomo che mette loro i piedi in testa, e una scena di montagne e un profilo riconoscibile di un lupo, che si erge su due zampe al pari di un uomo, come se la natura non potesse più stare a guardare.
Denis Riva è nato a Cento (Ferrara) nel 1979. Vive e lavora a Follina (Treviso).
Mariella Rossi